BAU OUT
vie d’uscita possibilimassimo salvoni_piccola

2018 Triennale di Milano – Milano

“CASTRI CLANI VENTUS” progetto per BAU 15.
L’azione del vento sui vegetali ricostruita con l’impiego della tecnica pop-up.
Un frammento temporale, che blocca attraverso il concetto di grafica meccanica, un momento meteorologico che agisce nel territorio.

"CASTRI CLANI VENTUS" project for BAU 15.
The action of wind on plants rebuilt with the use of pop-up technique.
A temporal fragment, which blocks through the concept of mechanical graphics, a meteorological moment that acts in the territory.

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CASTRI CLANI SOLUM
spostamento attraverso il territorio
BAU GPSmassimo salvoni_piccola

2017 Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Viareggio – (LU)

Il contenitore BAU rimane per me una piattaforma che uso come sperimentazione.
Attraverso questo canale e le sue tematiche, imprimo sugli oggetti concetti diversi.
L’attuale, “Castri Clani Solum”, affronta il tema della traslazione all’interno di un territorio, bloccando su stoffa di cotone bianco le zone principali del territorio di Chianni.
Segni del suolo fissati indelebilmente, i boschi, le colline, i fiumi e il contesto storico urbano.
Attraverso una mappatura GPS, un percorso nel distretto geografico di questa piccola porzione di terra.

I use the BAU container as an experimentation platform.
Throught his channel and its contents, I impress different concepts on the objects.
The current “Castri Clani Solum” deals with the topic of territorial translation, fixing on white cotton canvas the main areas of Chianni surroundings.
Signs of the soil, indelibly fixed: the woods, the hills, the rivers and the urban area.
Through a GPS mapping, an itinerary in the geographic district of this small portion of earth.

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BAU Global Participation Systemmassimo salvoni_piccola

2017 Biblioteca Braidense - Milano

L’evento alla Braidense rappresenta per BAU Contenitore di Cultura Contemporanea un evento importante, poiché le biblioteche sono il suo luogo materno.
BAU si auto definisce rivista oggetto utilizzando una formula redazionale sui generis, la sua struttura oggettuale, infatti, la distingue dal più convenzionale periodico.
La tematica affrontata in questa edizione “Global Participation System”, mi ha dato la possibilità di attraversare la geografia del territorio di Chianni in maniera più analitica.
Il mio lavoro si è concentrato nel recupero di alcuni frammenti del suolo che ho impresso nel cotone attraverso l’uso della tecnica serigrafica.

The event at the Braidense Library is an important one for BAU Container of Contemporary Culture, for the library is its native place.
BAU describes itself as “object-magazine” using a publishing formula of its own kind; indeed, its object structure makes it stand out among the more conventional magazines.
The topic of the current edition, “Global Participation System”, allowed me to go through the geography of Chianni surroundings in a more analytical way.
My work consisted in gathering some fragments of soil, which I then impressed on cotton through the screen-printing technique.

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UN SENSO DEL “VESTIRE”

Una seconda pelle come limite tra sé e gli altri, tra l'essenza intima e l'oltre, come conservazione, difesa e rappresentazione di atti certi e tradizionali. Indossare è il gesto più o meno consapevole di scrivere memorie sul proprio corpo: atto effimero di trasgressione verso il limite, oltrepassando la certezza della propria fisicità, andando oltre la percezione del corpo. Indossare è la rappresentazione del proprio limite, in una ricerca di appartenenza metafisica oggettivata dalla necessità di realizzare un riparo, una difesa, una protezione. Il carattere funzionale del coprirsi ed immedesimarsi nello stesso momento in una idea di noi stessi, è una mimesi catartica che ci pone in una condizione ambigua tale, da liberarci dal peso della nostra intima appartenenza. Così recitiamo il ruolo di riconoscersi relazionandoci con chi adotta lo stesso travestimento ed esteriormente ci assomiglia. Tutto questo è la giustificazione esistenziale dell'appartenenza ad una tradizione, che diventa apparenza del sé malgrado l'essenza del sé.

AZIONE

L’Azione è concepita come un'opportunità per poter rappresentare il confine tra fuori e dentro, attraverso una pelle artificiale in cui la sostanza materica esprime il grado di cultura di cui siamo avvolti, permeati. La reperibilità del materiale recuperato da elementi destinati ad altre funzioni, non è solo una necessità fisica e funzionale, ma anche la volontà di trasformare ciò che nasce con una funzione precisa e definita, mutandolo in altro: la ricerca del senso intimo dell'essenza interiore, per giustificare un'esistenza esteriore attraverso un significato. Il panciotto è un indumento che segna un confine corporeo di rappresentatività, protegge in maniera consistente l'intimità e dichiara una sua presenza esteticamente interpretabile.

INDUMENTO E MEMORIA

Il panciotto di Virgilio realizzato con la stoffa procurata dalla moglie Anita, modellato e cucito dal sarto Osvaldo. Esisteva una volta un'aristocrazia contadina per cui la nobiltà era investitura della natura stessa. Il soggetto che lavorava la terra nobilitava i sui gesti, nella piena comprensione dei fini e dei risultati, acquisiva dignità. Sperimentare e vivere nella fatica del progredire e guadagnare giorni di esistenza non era scontato. L'abilità e la capacità di sopravvivenza erano necessariamente correlati al grado di comprensione che si riusciva ad acquisire da ciò che si faceva, da ciò che si manipolava. La sostanza del fare e dell'essere diventavano componenti inscindibili di un processo esistenziale. Trasformare era un obbligo che da solo bastava a giustificare la propria presenza. Per questo, qualche tempo fa, nel piccolo paese di Chianni, nella campagna volterrana, Virgilio Francalacci e Anita Mercatini non pensavano alla povertà per non possedere ciò di cui avevano bisogno, ma cercavano di trasformare ciò che avevano in qualcosa di utile, di nobilitare per bisogno di utilizzare. Così la pezza di fustagno, con l'aiuto del sarto Osvaldo Fattorini, poteva diventare un panciotto; l'arte artigianale dava risposta alla necessità di trasformare. La necessità etica e primaria del vestirsi creava la giustificazione della forma attraverso la materia. Vestirsi di forma e materia era rispondere ad un bisogno ed oggettivare nello stesso tempo l'esistenza. Lo stile, la linea, il taglio seguivano la funzione e la rappresentazione di un sé che era tutto il mondo conosciuto e in quanto tale, l'espressione classica della dignità. Il prodotto finale diventava il massimo risultato raggiungibile. Vestirsi era come coltivare una pianta, cucire un vestito, potare un olivo. Curare l'aspetto della propria natura significava curare l'immagine della Natura tutta.

Adriano Ferrara

A SENSE OF “WEARING”

A second skin as a limit between ourselves and the others, between the intimate essence and the beyond, as conservation, defense and representation of concrete and traditional acts. Wearing is the more or less aware act of writing memories on our bodies: an ephemeral act of transgression towards the limit, trespassing the certainty of our own physicality, going beyond the perception of our bodies. Wearing is the representation of our own limit, in the search of metaphysical belonging, objectified by the need to create a shelter, a defense, a protection. The functional feature of clothing ourselves and, at the same time, identifying ourselvesin an idea of ourselves, is a cathartic mimesis that puts us in such an ambiguous condition, that we can free ourselves from the weight of our own intimate belonging. This way, we play a rolein which we acknowledge and relate to those who use the same disguise as us, and who look like us from the outside. All this is the existential justification of belonging to a tradition, which becomes the appearance of the self despite the essence of the self.

ACTION

Action is conceived as an opportunity to represent the boundary between the outside and the inside, through an artificial skin in which the substance of matter expresses the level of culture covering and permeating us. The use of the material, retrieved from elements which were destined to other purposes, is not just a physical and functional need, but also the will to transform what originates with a precise and definite purpose, turning it into something else: the search of the intimate sense of interior essence, to justify an exterior existence through a meaning. The waistcoat is a garment marking the corporeal limit of representativeness, it significantly protects intimacy and it declares an aesthetically interpretable presence.

GARMENT AND MEMORY

Virgilio’s waistcoat made with fabric provided by his wife Anita, designed and sewn by the tailor Osvaldo. There once was a farmer aristocracy for which nobility assigned by nature itself. Those who worked with the earth ennobled their gestures, fully understanding the purposes and the results, and gaining dignity. Experimenting, living in the struggle of progressing and gaining days of existence weren’t taken for granted. The ability to survive were necessarily related to the level of understanding coming from what was created and manipulated. The substance of doing and being became inseparable components of an existential process. Transforming was a strong enough duty to justify people’s presence. That is why, some time ago in the small town of Chianni, in the countryside around Volterra, Virgilio Francalacci and Anita Mercatini were not thinking about poverty and not possessing what they needed, instead they tried to transform what they already had into something useful, and to ennoble the need to use. So, with the help of the tailor Osvaldo Fattorini, the piece of fustian could become a waistcoat; the artisanal art was the answer to the need to transform. The ethical and primal need to wear garments became the justification of giving shape to things withthe matter. Clothing oneself in shape and matter was the answer to a need and at the same time, the objectification of existence. The style, the shape and the cut were following the purpose and the representation of the self, which was everything that was known, and therefore the classic expression of dignity. The final product would become the highest achievable result. Wearing garments was like cultivating a plant, sewing a garment, pruning an olive tree. Taking care of one’s nature meant taking care of the image of the whole Nature.

Adriano Ferrara

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ARCHEOLOGIA DELL’IO
massimo salvoni_piccola

2016 Studio Arte Fuori Centro – Roma

Archeologia dell’Io, o archeologia dell’anima, o di un mio luogo, o di un frammento di terra di un mio luogo.
Ho incapsulato una porzione del mio territorio per consegnarla come reperto ad un luogo inconsueto, ho recuperato una parte del mio mondo per destinarlo ad altra destinazione.
Dal greco arkhaiología ‘discorso delle cose antiche’, il piacere di parlare di un tempo del recente passato, ma nella materialità di un elemento molto antico.

The archaeology of the “I”, or archaeology of the soul, or of a place of mine, or of an earth fragment from a place of mine.
I encapsulated a piece of my land and delivered it –as an evidence– to an unusual place. I have retrieved a part of my world to destine it to another place.
The term arkhaiología comes from Greek and it means ‘speech on ancient things’, the pleasure of talking about a time in the recent past, but with the materiality of a very ancient element.

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DRESS CODEX
urgenze contemporanee in veste di rivista massimo salvoni_piccola

2016 GAMC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Viareggio – (LU)

Il progetto per BAU 13 “CASTRI CLANI PARVA VENTER” che persegue la stessa linea dei precedenti, ossia, il rapporto tra luogo ed espressione artistica, si materializza su questo contenitore attraverso un’azione desueta per l’uso classico del materiale impiegato.
Il caucciù sintetico, infatti, è utilizzato in questo caso per ricalcare un modello antico di un panciotto e per riprodurlo in centocinquanta pezzi unici. La contrapposizione tra contemporaneità e passato è il concetto di questo lavoro.

Massimo Salvoni vive e lavora a Chianni, dove da diversi anni sviluppa progetti e azioni legate al territorio, un viaggio nell’anima del posto che si sofferma spesso sugli elementi trascurati di questa piccola porzione di mondo.

The BAU 13 project titled “CASTRI CLANI PARVA VENTER” follows the same direction as the previous BAU projects: the relationship between place and artistic expression, materialising itself in this container with an unusual act, because of the classic use of the material used.
In fact, in this case synthetic rubber was used to trace the old pattern of a waistcoat and to reproduce it in 50 unique pieces. The concept of this artwork is the contrast between contemporaneity and past.

Massimo Salvoni works and lives in Chianni, where he has been developing projects and performances focussed on the land, a journey in the soul of the place, to linger on those elements that belong to this small portion of the world and that are often forgotten.

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CASTRI CLANI SERRA MULTIPLA

…ripensare il proprio territorio attraverso linguaggi alternativi, scansionandolo per poi reinterpretarlo, spaesando elementi di esso all’interno di esso. Un racconto intriso di sentimenti paralleli, d’intrecci, di situazioni e circostanze di una vita legata ai profumi della terra lavorata, al colore intenso dei boschi in autunno, alla brezza mediterranea che s’incunea tra le pietre agganciate come arpioni al suolo.
Un viaggio asintotico che spesso finisce in una narrazione quasi aulica dell’effimero.
Da questa visione, da queste azioni viziate dall’amore per il proprio luogo, si sviluppano e prendono forma le oggettualità e le installazioni ad esso dedicate.
Il contenitore BAU 12 propone un’altra ardua sfida come nel suo più ampio stile, ossia, pensare ad una macchina funzionante.
Creare una macchina efficiente da un pensiero artistico era semplice per un genio come Leonardo che nella sua innata poliedricità sviluppava invenzioni d’ogni tipo. Alexander Calder, animò forme scultoree utilizzando concetti meccanici, associandosi così all’arte cinetica; corrente che vide tra i suoi esponenti più importanti anche Jean Tinguely, che fece uso dell’automatismo per dar forma ad elementi scultorei e controversi, che si affrancavano dall’utilità dell’oggetto per virare su direzioni opposte.
Ilio Tarrini, ingegnoso chiannerino, si limitò invece a costruire semplicemente una macchina utilitaria, con lo scopo di favorire l’asporto dei tronchi di alberi recisi dal bosco, un utensile che i boscaioli avrebbero accolto con favore.
Una pensata degli anni ’70 che volgeva lo sguardo verso la standardizzazione dell’elemento ligneo.
Ho cercato di ricostruire “artisticamente” questa macchina, riportandola attraverso il disegno e la forma oggettuale.
Utilizzando la motrice di un trattore e con l’apporto di una cinghia, un albero attivava le lame della Sega Multipla sezionando a misura i tronchi, questi, posati liberamente sopra il macchinario, balzavano però in aria al contatto con i dischi taglienti, rendendo la sega inutilizzabile e pericolosa.
Fu pensato ad un sistema per stabilizzarli, ma l’idea della Sega Multipla si arenò e non ebbe un futuro.
Una creazione curiosa, riportata all’attualità spaesandola però dal suo contesto originario.

Il Dott. Gianpiero Della Capanna che partecipò alla proprietà intellettuale, lo battezzò ProgettoSegone, dice l’Arch. Adriano Ferrara, che voglio ringraziare per avermi messo a conoscenza di questa iniziativa. Ringrazio inoltre Luigi Benvenuti per il suo contributo e Franco Tarrini per il preziosissimo apporto, senza il quale non sarei riuscito a ricostruirne l’identità.

…re-thinking our land through alternative languages, analysing it to interpret it and bewilder its elements inside it.
This is a tale full of parallel feelings, storylines, situations and circumstances of a life connected to the smell of worked soil, to the intense colour of woods in autumn, to the Mediterranean breeze that leaks in between the stones hooked to the soil like harpoons; an asymptotic journey that often ends in a noble narration of the ephemeral.
From this vision and the actions coming from the love for one’s hometown, the objects and installations in question depart and take shape.
The BAU 12 container offers as always a difficult challenge: thinking about a working machine.
Creating an efficient machine from an artistic idea was easy for a genius like Leonardo Da Vinci, who used to develop inventions of all sorts thanks to his innate versatility.
Alexander Calder gave life to sculptures using mechanics concepts, taking part to kinetic art, a trend that lists among its most important exponents Jean Tinguely, who, through the use of automatism, created controversial sculpted elements that freed themselves from the usefulness of the object to take opposite directions.
IlioTarrini, an ingenious man from Chianni, simply built a machine to carry logs that had been cut down in the wood, a tool that woodsmen would warmly welcome. It was an idea from the 70’s that was directed to the standardisation of wood.
I tried to rebuild this machine artistically, representing it through drawing and shape.
CASTRI CLANI SERRA MULTIPLA: this is how I called this four-blade saw to cut logs before they were carried on trucks and transported to their destination.
Thanks to a tractor engine and a belt, an axle activated the blades of the Multiple Saw, sectioning logs precisely; however, when positioning the logs on the machine, the blades violently pushed the logs away, so that the saw was dangerous and useless.
People thought about a way to keep logs stable, but the Multiple Saw project rugged aground and had no future.
This artwork is a curious actualisation of that idea, bewildering it from its original context.
Doctor Gianpiero Della Capanna, who took part to the project, called it ProgettoSegone(Big Saw Project), says the architect Adriano Ferrara, who I thank for telling me this story.
I also want to thank Luigi Benvenuti for his contribution and Franco Tarrini for his precious help in reconstructing the project.

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NOSTOS
ritorno alla memoria sensibile massimo salvoni_piccola

2015 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

Foto: Eva Mulas

Testo: Adriano Ferrara

Un pellegrinaggio intimo fatto di lontananza e riavvicinamento, come una lente d’ingrandimento capace di legittimare un’introspezione sensibile e sensitiva, alla ricerca dell’anima che persiste in ciò che è divenuto arido ed apparentemente inutile; è questo un “Nostos interiore”, un viaggio da compiere per affermare il valore delle cose più umili e apparentemente inutili.
Dare dignità, con forme ed interpretazioni nuove ad una materia che da sola non ha più la capacità di giustificare la propria ed altre esistenze, è nutrire di sensazioni la presenza esile di fili d’erba secca destinati ad un deterioramento senza significato, senza artificio.
Lo sterpo non da frutto ma è comunque testimone di una vita data, restituita attraverso una rappresentazione che da materica diventa grafica, nella volontà di preservare una testimonianza :omnisarbor, quae non facitfructusbonos, excidetur, et ignemmittetur (Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco, dal Vangelo secondo Matteo). Salvare ciò che non da più frutti ma conserva la memoria di una vita prodotta è lo scopo delle creazioni realizzate da Massimo Salvoni, per impedire che venga distrutta la memoria di una “poetica ambientale” e con essa lo stesso senso dell’esistenza.
Riconoscere la gioia del passato cristallizzando un evento è come mettere sotto vetro unsogno per proteggerlo ma nello stesso tempo comunicarlo rendendolo visibile e trasparente.
La concettualizzazione dei sentimenti porta all’abbandono del sentire, al rifugio in un’esperienza mediata dall’oppio della ragione che tutto vuol rendere comprensibile.
E’ un difficile equilibrio quello che relaziona il pensiero con il sentimento, specie per chi è rimasto e vuole rimanere lontano da contaminazioni culturali che appartengono a mondi e vissuti di altri luoghi, altri paesi, da poteri che tutto massificano. E’ come dire: “ noi siamo qua, noi apparteniamo a questa terra, apparteniamo ai ricordi ed alla memoria, siamo noi stessi creati da memorie del passato che sono nello stesso tempo memorie del presente e del futuro, siamo sterpi da conservare e non distruggere col fuoco della sola utilità”.
Attraverso gli sterpi che diventano forma, occhio (oculus) che indaga e trasmette visioni contemporanee, si rigenera l’esperienza vitale di un sentimento di appartenenza, di riconoscibilità: memorie di un paesaggio, allo stesso tempo,fisico ed emotivo, permettono una ricognizione individuale un ripensamento metafisico, che rende immateriale la già precaria esistenza di un filo d’erba secca, che resiste con delicata tenacia nel suo ambiente fisico. Fisicità e sentimento comandano la forma che addensandosi acquista il potere di un significato geometrico primario, quello di una circonferenza che come una nebulosa in uno spazio di plexiglas ci relaziona con l’universo del percepire.

An intimate pilgrimage made of distance and reconciliation, like a hand lens that legitimates a sensory and sensitive introspection, in search of the soul that resists in what has become arid and at first glance useless: this is what “Nostos interiore” is. A journey stating the importance of the humblest things that seem useless.
Giving dignity, with new modes and interpretations, to a matter that is no longer able to justify its own and other’s existences, means feeding on sensations the weak presence of dry twigs that are doomed to a meaningless and failing deterioration.
The dry twig does not give any fruit, but it witnesses a life that has been given, returned through a representation that from material becomes graphic, willing to preserve a proof: “omnis arbor, quae non facit fructus bonos, excidetur, et ignemmittetur” (Every tree that does not bear good fruits hewn down, and cast into the fire, says Matthew’s gospel”). Saving what cannot give fruit anymore, but keeps memory of a given life, is the aim of Massimo Salvoni’s artwork, avoiding the memory of an “environmental poetic” -and the very meaning of life with it- from being destroyed.
Crystalizing an event to acknowledge the joy of the past, is like protecting a dream under a glass bell, yet conveying it by making it visible and clear.
The conceptualization of feelings leads to the abandon of feelings, to seeking shelter in an experience mediated by the opium of that reason that wants to make everything understandable.
Thought and feelings are connected by an uneasy equilibrium, especially for those who have been -and wanted to be- far from cultural contaminations that belong to different worlds, stories, places and power standing to depersonalize everything. It is like saying: “We are here, we belong to this planet, we belong to memories and to memory, we are ourselves, born from past memories that are present and future memories at the same time, we are twigs to be guarded and rescued from the fire of the sole usefulness”.
The twigs take shape and become an eye (oculus) that investigates and conveys contemporary visions, hence the regeneration of the vital sense of belonging and acknowledgment. Memories of a landscape, physical and emotional at the same time, allow for an individual acknowledgement, a metaphysical rethinking, which makes immaterial the precarious existence of a blade of grass, resisting with delicate perseverance in its physical environment. Physicality and feelings control the shape, which, becoming denser, takes the power of a primary geometric meaning: that of a circumference in a Perspex space that, like a cloud, connects us with the universe of perceiving.

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VITAMINE
tavolette energetiche massimo salvoni_piccola

2015 Museo del Novecento – Firenze

Una raccolta singolare; un modo diverso, curioso e originale di fruire le molteplici espressioni artistiche contemporanee; una visione a trecentosessanta gradi sulla modernità comunicativa e interpretativa; un tableau vivant di prospettive che dalla prassi artistica si sposta sul piano culturale per rivalutare e far vivere la certezza che non esista fine alla creazione, all’intenzionalità demiurgica e alla responsabilità etica degli artisti di essere portatori di una verità paradigmatica. Quella dell’Archivio Carlo Palli di Prato è un insieme variopinto e amalgamato di tendenze, tradizioni e innovazioni, di pratiche teoriche e ispirazioni estemporanee, di passione e amore verso l’universo creativo in sé e le sue conseguenze spettacolari. “Vitamine” non è solo un’installazione di quattrocentosessantasei tavolette nel piccolo formato 10x15, ma un evento itinerante che toccherà i maggiori musei italiani e i più importanti spazi espositivi per permettere a tutti di assaporare l’alta qualità dell’Arte contemporanea italiana e internazionale, gli aulici principi della Cultura e i nomi di spicco di questo presente caotico eppure ancora desideroso di progresso. Non a caso la raccolta affianca artisti emergenti ad altri già storicizzati, mettendo in rilievo alcune delle tendenze internazionali dell’arte contemporanea. A loro si aggiungono anche contributi di musicisti, performer, curatori, direttori di musei e altri ‘personaggi’, tutti riuniti grazie allo slancio intellettuale e culturale del collezionista Carlo Palli. (Estratto dalla locandina dell’evento)

Carlo Palli archive in Prato is a multifaceted and well-combined collection of tendencies, traditions and innovations, of theoretical rituals and extemporaneous inspirations, of passion and love for the creative universe and its amazing consequences. “Vitamin” not only is an art installation composed of 466 10x15cm tiles, but also a traveling event that will stop in all the major Italian museums and the most important exhibition spaces, to allow everyone to taste the quality of contemporary Italian and international art, the noble principles of Culture and the names that stand out in this chaotic yet eager to progress present. It’s no coincidence that the collection puts emergent and well-known artists side by side, following some of the international tendencies in contemporary art. In addition to these, musicians, performers, curators, museum directors and other characters are put together thanks to the intellectual and cultural passion of the collector Carlo Palli. (An extract from the brochure of the event).

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NOSTOS
ritorno (installazione) massimo salvoni_piccola

2015 Piazza del Castello – Chianni - Pisa

In occasione di un'esposizione fotografica, di una performance artistica e per il ricevimento di alcuni deputati del Parlamento Europeo, il Comune diChianni ha previsto l'allestimento di Piazza del Castello, considerata uno degli spazi più rappresentativi, ed integri del tessuto urbano. Il progetto è basato su tre aspetti di base, che sono: lo spazio architettonico specifico del luogo, un concept altamente contestualizzantee il bassissimo costo di realizzazione. Lo spazio architettonico si presenta dotato di una particolare caratterizzazione prospettica, grazie alla forma della piazza, che rimandalo sguardo a convergere verso il sagrato della chiesa, accompagnato dallequinte delle facciate, omogenee e serrate che racchiudono l'ambiente. L'idea è di rimarcare prospetticamente questo andamento completandolocon una "copertura aperta", realizzata con teli semi trasparenti sospesicon sottilissimi cavi d'acciaio, disposti secondo le linee di proiezione visiva convergenti in un punto ideale sulla facciata principale della chiesa. Ciò per ottenere una "contestualizzazione prospettica" ed enfatizzare lecaratteristiche specifiche di questo luogo. Il concept che è l'aspetto più importante da un punto di vista di comunicazione, è ispirato alla poetica del “ex-porre”, porre fuori,esternare, trasmessa idealmente, attraverso la rielaborazionedell'immagine, comune in molti luoghi mediterranei, della pratica disfruttare le finestre e le facciate delle abitazioni per appendere il bucatoad asciugare. Gli asciugamani, le lenzuola ecc... che cadono dai "fili deipanni stesi" diventano qui l'immagine traslata, l'ontologia diretta di un atto poetico (come direbbe Gaston Bachelard), ponendosi un poco sopra al linguaggio significante, anche per contestualizzare emotivamente un attoconosciuto con luoghi familiari: I teli bianchi distesi vogliono essere comele lenzuola, capaci di ridare un aspetto pubblico a ciò che normalmenteviene usato solo in privato. I costi di realizzazione sono stati molto contenuti grazie all'utilizzo di un materiale molto economico qual è il TNT, tessuto non tessuto per lecoperture, sottili cavi di acciaio per la struttura portante, pietre di fiume pergli ancoraggi a terra.

Progettoarchitettonico: Arch. Adriano Ferrara Arch. TizianoBracciferri

Foto: MARIOevaMULAS

Direzioneartistica: Massimo Salvoni

During a photographic exhibition, an artistic performance and the visit of a few members of the European Parliament, Piazza del Castello – one of the most iconic places in Chianni - has been the set of an art installation.The project lies on three basic aspects: the specific architectural structure of the square, a highly conceptualizing meaning and an extremely low budget. The architectural structure is characterized by a special perspective, thanks to the shape of the square, that makes the eyes run over the homogeneous and converging façades, up to the church parvis. The idea is to highlight this pattern in terms of perspective and complete it with an “open covering”, made of sheer cloths hanging on extremely thin steel cables, which are arranged according to the visual prospective lines that converge in a point on the church façade. This is to achieve a “perspective contextualization” and emphasize the specific features of this place.The concept, which is of crucial importance in terms of communication, is based on the act of “exposing” -to put externally, to express-, conveyed through the elaboration of the very Mediterranean image of clothes hung outside windows and house façades to dry. Towels and bed sheets falling from the “laundry cables” here become the translated image, the direct ontology of a poetic act (as Gaston Bachelard would say), putting itself a little higher than the significant language to contextualize a very familiar practice on an emotional level. The white cloths symbolize the bed sheets, giving a public meaning to what is normally used in the private sphere. The costs of all this have been very moderate, thanks to the use of cheap materials as nonwoven fabric for coverings, thin steel cables for the framework and river stones to anchor the structure.

Architectural project: Arch. Adriano Ferrara Arch.

Tiziano Bracciferri

Photo: MARIOevaMULAS

Artistic director: Massimo Salvoni

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NOSTOS
ritorno (pubblicazione) massimo salvoni_piccola

2015 Fornace Chellini – Chianni - Pisa

L’architetto e scenografo Alberto Bartalini è stato l’ideatore di un progetto che ha coinvolto due grandifotografi come Eva e Mario Mulas mentre l’artista Massimo Salvoni ha colto con entusiasmo lo spiritodel progetto, realizzando per l’occasione due particolari performances. L’architetto Adriano Ferrara, hacurato i testi e coordinato l’iniziativa. Tutto è nato dalla volontà di recuperare emotivamente uno spazio inutilizzato da tempo, una vecchiafornace, caratterizzata dall’inerzia dell’abbandono, dall’ipertrofia di eventi e funzioni altre rispetto alla suadestinazione originaria. Il carattere di una scenografia spontanea, detatta dal tempo e dall’usura, condizionatadalla poetica fisiologica del decadimento, è stato il tema che Alberto Bartalini ha individuatocome unica possibilità di far rivivere uno spazio “impraticabile”. Le immagini di Eva e Mario Mulas indaganol’interno ricco di elementi a “reazione poetica”, quali oggetti caratterizzati da una forte carica espressiva, restituita all’osservatore, così come li avrebbe considerati l’ architetto e pittore Le Corbusier.La fotografia, in questo caso, non serve esclusivamente ad immortalare una condizione oggettiva, bensì a rivitalizzare la percezione,riappropriandosi così di un’immagine da amare, che non può essere solola copia di un fatto. Si assiste dunque ad una cristallizzazione di immagini, capaci di ibernare emozioni,secondo una particolare e sensibile interpretazione della luce.Le istallazioni di Massimo Salvoni incarnano la metafora dell’ “innesto”, la scintilla emozionale e concettualein grado di generare nuove esperienze e possibilità. La sua opera “Oculusvitilibus” (un doppiopannello di plexiglas, al cui interno sono disposti in maniera circolare i tralci di sterpaglie autoctone) ha lastessa funzione che Camus vedeva impersonata nella figura di Caligola quando scriveva, nell’omonimaopera teatrale: ...“Attraverso Caligola, per la prima volta nella storia, la poesia provoca l’azione e il sognola realizza”.

(Discorso di Cherea ai senatori, Albert Camus, Caligola, 1941).

Estratto dalla pubblicazione “NOSTOS ritorno” di Adriano Ferrara

The architect and set designer Alberto Bartalini was the creator of a project that involved two important photographers as Eva and Mario Mulas, as the same as the artist Massimo Salvoni that he get with passion the spirit of thisproject, realizing two special performances for this occasion. The architect Adriano Ferrara edited the texts and coordinated every point of view. Everything originated from the strong will to recover emotionally an unused space – an old Furnace – featured by passivity, by the state of abandon and the hypertrophy of functions and events totally different from the original purpose.The peculiarity of instinctive set, ordered by time and use, conditioned by the poetry of decline,was the subject selected as last chance to revitalize a space totally unusable. The pictures of Eva and Mario Mulasplumb the interior, full of elements of “elegia creaction”. The objects offer a solid descriptive tension, given back to the spectator, according to the mind of the great architect and painter Le Corbusier. The picture, in this case, isn’t necessary only to capture an objective condition, but also to regenerate the perception, being able to take back a picture to love, not only a simple copy of a real thing. So,we are presentat a crystallization of images, able to hibernate sensations with an emotional light interpretation. The installations of Massimo Salvoni embody the analogy of “innesto” (graft), the conceptual spark being able to create new kind of experiences and possibilities. His work “Oculusvitilibus” (a double Plexiglas panel, with inside shoots of native undergrowths put in circular order) has the samepurposeas Caligola, when the author Camus wrote about his character : “By Caligola, for the first time in history, the poem causes the action and the dream achieves it”.

(Discorso di Cherea ai senatori, Caligola, 1941, Albert Camus)

Extract from the publication " NOSTOS ritorno " Adriano Ferrara

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Leo ex Machina
Ingegni leonardeschi nell’arte contemporanea massimo salvoni_piccola

2015 GAMC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Viareggio (LU)

Un lavoro incentrato sugli Ingranaggi leonardeschi, oggetti ripensati da Leonardo che mi sono serviti per ricostruire una forma fruibile, basata sul dimensionamento e sull’interazione tra questi manufatti.

An artwork about Leonardo da Vinci's artifacts, which have been worked again to obtain a usable shape, based on the dimensioning and interaction between these tools.

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10 Artisti Liberi di volare img_10_artisti_liberi

2015 Spazio Minerva Arte Contemporanea – Montescudaio - Pisa

LIBERTAS VOLANDI. Grafite su carta e Sterpaglia di Chianni.

Noël, 15 mesi, disegna Libertas. Massimo, 44 anni, materializza Volandi.
La libertà di espressione descritta da chi fa di questo termine l’uso più incondizionato; la voglia di volare materializzata da chi sogna un salto irraggiungibile da introspezione mitologica.
La sterpaglia di Chianni nella sua forma effimera, introduce ad un volo leggiadro e senza limiti di sorta che, intersecandosi al foglio di carta, incontra i tratti di grafite, liberi nel gesto e svincolati da qualsivoglia limite del supporto che li accoglie.
Due forme diverse di estrinsecazione che unendosi cercano di dar luogo all’idea, LIBERTAS VOLANDI.

LIBERTAS VOLANDI. Graphite on paper and wild twigs from Chianni.
Noël, 15 months old, draws Libertas. Massimo, 44 years old, casts Volandi.
The freedom of expression described by someone who makes an unconditional use of the term; the desire to fly materialised by someone who dreams a jump that is unattainable from a mythological introspection.
The wild twigs of Chianni in their ephemeral condition introduce a harmonious and limitless flight which, crossing the sheet of paper, meet the graphite lines, free within the gesture and released from any boundary on the frame that contains them.
Two different kinds of objectification, which, becoming one, attempt to give shape to the idea, LIBERTAS VOLANDI.

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AND Rivista di Architettura, Città e Architetti
lancio del numero 27 ARTE>TERRITORIO 2_castri clani stirpes_massimo salvoni_piccola

2015 Libreria Feltrinelli di Via de’ Cerretani - Firenze

Un numero della rivista AND, il 27, che focalizza con attenzione alcune realtà ed eventi all’Arte correlati, inseriti o pensati nel contesto territoriale della Valdera.
All’interno del numero, c’è un racconto dedicato a “Castri ClaniStirpes”, un progetto di Massimo Salvoni sul territorio di Chianni, con azioni istantanee realizzate con Sterpaglia di Chianni e plexiglass.

The issue N° 27 of AND magazine focuses on art events and happenings related to or conceived for the Valdera context.
This issue contains a story dedicated to “CastriClaniStirpes”, a project taking place in Chianni and made with wild twigs of Chianni and Perspex.

Estratto dall’Editoriale a pagina 16, a cura del direttore Paolo Di Nardo.

“A Londra, nel 2007, la Whitechapel Gallery, una galleria d'arte pubblica nata nel 1901, vieneindicata all’interno dei piani urbanistici quale attore fondamentale del processo di rigenerazione nel processo di riqualificazione urbana fortemente sostenuto dalle amministrazioni municipale e di quartiere per questa parte di città.
All'arte contemporanea e alle istituzioni e industrie culturali operanti nell’area, viene riconosciuto quindi un ruolo centrale nello sviluppo urbano. Nel 2008 la sede di Whitechapel Gallery chiude parzialmente al pubblico per lavori di ampliamento.
Questo evento costringe gli ideatori a costruire un'alternativa alla staticità della Galleria: nasce il progetto “The Street” con cui l'arte si proietta all’esterno, nel reale contesto urbano circostante, divenendo così immediatamente accessibile e fruibile alla città stessa. Quello che è successo, ed ancora accade, in questo territorio urbano e rurale della Valdera non si discosta molto”.

Extract from the editorial page 16, edited by Paolo Di Nardo.

“In 2007, London's Whitechapel Gallery, a public art gallery founded in 1901, was acknowledged in the sphere of town planning as a fundamental player in the process of regeneration and urban redevelopment, with substantial backing from the city and from local government in this part of the capital. Thus a central role in urban development was granted to contemporary art and the cultural institutes and industries operating in the area.
In 2008 the Whitechapel Gallery was partially closed to the public for extension work. This compelled the management to construct an alternative to the static Gallery: a project called "The Street" was born, where art was projected outwards into the real urban context surrounding the gallery, and thus became immediately accessible and usable to the city itself. What happened, and continues to happen, in the urban and rural territory of Valdera is not so different from this”.

Estratto da pagina 124, a cura di Tommaso Ferrara.

“Castri ClaniStirpes, un concetto di Massimo Salvoni che trae la sua origine dal piccolo ma suggestivo paese di Chianni. L'idea è quella di riportare fedelmente l'essenza di un luogo che nasce e si sviluppa tra le mani diagricoltori capaci di conservarne intatta l'essenza e di tramandarla ai posteri senza stravolgerne le proprietà.
Per questo motivo l'artista ha optato per una tecnica che si potrebbe definire istantanea, incapsulando l'animadi questi spazi in autentici reliquiari che la conservano indenne dalle insidie del tempo e la consegnanoallo spettatore in tutta la sua autenticità. Queste opere, dotate di una forza straordinaria, incarnano a pienoil valore della semplicità quale forza motrice di una realtà dal cuore pulsante che ha fatto del suo strettovincolo con la terra la sua ragion d'essere.
Scrive Walt Whitman: «Io penso che una foglia d'erba non siaaffatto da meno che la quotidiana fatica delle stelle», ma le sterpaglie di Chianni compiono il passo ulteriore,poiché rivelano un'identità talmente unica nel suo genere, che per questo contiene in se un macrocosmo diinestimabile valore”.

Extract from page 124, edited by Tommaso Ferrara.

“CatriClaniStirpesis a concept by Massimo Salvoni whichoriginates in the small but picturesque village of Chianni. The idea is to faithfully record the essence of a place that is born and develops in the hands of farmers, men who can preserve that essence intact and pass it down to their descendants without distorting its qualities.
This is why the artist chose a technique which could be called instantaneous, encapsulating the soul of theseplaces in real reliquaries that preserve it unharmed by the ravages of time, and deliverit to the viewer in all its authenticity. These extraordinarily powerful works fully embody the value of simplicity as the driving force of a flesh-and-blood reality which has made hisclose links with the land his raison d'etre.
Walt Whitman writes: "I believe a leaf of grass is no less than the journey-work of the stars", but the weeds of Chianni go a stepfurther, for they reveal such a unique identity, that they contain within themselves a macrocosm of inestimable worth”.

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Performance – conservationem et transfer – a EVa e NOel massimo salvoni_piccola

2014 Centro Luigi Pecci per l’Arte Contemporanea - Prato

…da dove avevamo lasciato, da lì riprendiamo.
Lo scambio e la conservazione delle culture, dei pensieri, delle filosofie, delle arti e di tutto ciò che rende il mondo diverso e interessante. La conservazione e il trasferimento di un messaggio che passa alle nuove generazioni e che non si spegne mai.
Ringrazio Ernesto Cucchi agricoltore sui generis, Eva e Noel, per aver contribuito alla performance.

Starting where we left off.
The exchange and preservation of cultures, thoughts, philosophies, arts and everything that makes this world varied and interesting. The preservation and transfer of a message entrusted to the next generations and destined to live forever.
Special thanks to Eva, Noel and an atypical farmer, Ernesto Cucchi, for contributing to the performance.

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Bau A3D+massimo salvoni_piccola

2014 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

…contenitori nel contenitore, una conservazione in acqua e sale che punta al mantenimento e al rispetto delle tradizioni di diverse culture.
CASTRI CLANI POMA AUREA – CONSERVATIONEM, questo il titolo. Barattoli di vetro, pomodori tradizionali antichi, acqua, sale e plexiglas.

…containers inside another container, a preservation in water and salt that aims at conservation and respect for traditions from different cultures.
CASTRI CLANI POMA AUREA – CONSERVATIONEM is the title.
Glass jars, traditional ancient tomatoes, water, salt and Perspex.

Performance
maximus cum ernesto mutat. ernestus cum maximo mutatmassimo salvoni_piccola

2014 Civica Biblioteca d’Arte – Sala Studio Castello Sforzesco - Milano

... è basata sullo scambio e la conservazione.
Un progetto dedicato ad Eva e Noel, una sorta di tramandamento di un messaggio che arriva da altri lidi. Un percorso in cui ogni evento, ogni significato, ogni azione o pensiero, viene consegnato ai posteri nella sua più autentica interezza.
Ringrazio Ernesto Cucchi agricoltore sui generis, Eva e Noel, per aver contribuito alla performance.

An artwork inspired by exchange and conservation.
This project is dedicated to Eva and Noel and conveys a message coming from other places. An itinerary where each event, each meaning, each action or thought is entrusted to posterity in its authentic entirety.

Special thanks to Eva, Noel and an atypical farmer, Ernesto Cucchi, for contributing to the performance.

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ARTISTAMPSmassimo salvoni_piccola

2014 Galleria il Gabbiano – La Spezia

…ossia francobollo d’artista.
Castriclani stripes – Stamps, il titolo di un piccolissimo lavoro formato da sterpaglie e plexiglas su carta.
Riutilizzando materie e sistemi già sperimentati in Prototypum su BAU 8.

Castriclani stripes – Stamps is the title of this tiny artwork made of wild plants and Perspex on paper, using the same materials and techniques already tested in Prototypumin BAU 8.

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BAU A3Dmassimo salvoni_piccola

2014 GAMC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” – Viareggio - Lucca

CASTRI CLANI POMA AUREA, questo il titolo di un lavoro completamente dedicato all’idea della tridimensionalità.
Novanta diverse specie di pomodori antichi, provenienti dalle tradizioni di varie parti del mondo.
Un viaggio di diversità culturale che si manifesta attraverso il gusto, la forma, il colore.
Un piccolo involucro di carta contiene un racconto e alcuni semi, descrivendone la coltivazione ripartendo dalla semina. L’opera raggiungerà il suo fine ultimo, nel momento in cui il fruitore si impegnerà a far nascere una nuova pianta e si sarà così raggiunto la vera “tridimensionalità” dell’opera.

CASTRI CLANI POMA AUREA is the title of an artwork dedicated to the idea of three-dimensionality.
Ninety species of ancient tomatoes belonging to different traditions from all over the world.
A travel through cultural diversity, revealing itself through taste, shape and colour.
A small paper wrapping hides some seeds and a tale describing their cultivation, starting from sowing.
The artwork will complete its ultimate task when its users commit themselves to growing a new plant: only then the “three-dimensionality” of the artwork will be achieved.

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Bookmarkmassimo salvoni_piccola

2013 Galleria il Gabbiano Arte Contemporanea – La Spezia

Una mostra dedicata al segnalibro. Un lavoro realizzato con stampa digitale, vetro sabbiato, piombo e stagno. UNIVET COLORIBUS DE SALVONI, un’idea sulle bizzarre forme dei pomodori antichi e tradizionali.

An exhibition dedicated to bookmarks. An artwork on digital print, frosted glass, lead and tin. UNIVET COLORIBUS DE SALVONI, a bizarre idea on the shapes of ancient and traditional tomatoes.

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Liber librimassimo salvoni_piccola

2013 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

…pensando ad un libro d’artista in totale libertà.
Un libro scultura che aggancia in maniera impercettibile, una foglia in autunno di un Sorbo Ciavardello (SorbusTorminalis).
Capsula di vetro poggiata a secco e foglia.
Titolo: Diaphaneitatem

…thinking freely about an artist’s book.
A book sculpture that invisibly hangs an autumn leaf of a chequer tree (SorbusTerminalis).
A glass capsule dry laid and a leaf.
Title: Diaphaneitatem

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BAU 9 - Electro bau
presentazione del contenitore di cultura contemporaneamassimo salvoni_piccola

2012 Museo d’Arte contemporanea Villa Croce – Genova

CASTRI CLANI LICHENES – PROTOTYPUM.
Stampa digitale su forex.
Un lavoro certosino che recupera una serie di immagini, mappandole attraverso un percorso che scannerizza il territorio di Chianni. I licheni immortalati formano “cartografie satellitari” che diventano interessanti anche da un punto di vista formale.
Una scansione correlata da coordinate geografiche, un misto tra scienza e concettualità che pone questo lavoro su un piano poliedrico.

CASTRI CLANI LICHENES – PROTOTYPUM. Digital print on forex.
An accurate artwork retrieving a series of images of Chianni, mapping them on an itinerary throughout the Chianni area. The immortalised lichens compose a “satellite cartography”, which becomes interesting also in terms of shape.
A scan equipped with space coordinates, a mixture of science and conceptuality that makes this artwork multifaced.

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ELECTRO BAU – performance – in umbra arboresmassimo salvoni_piccola

2012 GAMC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” – Viareggio - Lucca

…in un angolo remoto del mondo, nella campagna di Chianni, all’ombra di una piccola quercia che verrà piantata nella terra.
La quercia è nata da un seme che è stato scelto tra tanti e posizionatain un vasetto di torba.
Mi piace definirla “FitoArte Rinnovabile”.

…in a remote area of the world, in the countryside around Chianni, under the shade of a small oak that is to be planted.
The oak comes from a seed selected among many others and that was placed in a peat pot.
I like to call it “Renewable PhytoArt”.

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L’idea del marmomassimo salvoni_piccola

2011 Galleria il Gabbiano Arte Contemporanea – La Spezia

Marmoris Venae, questo il titolo del lavoro eseguito per la mostra che ha come tema il marmo.
Il marmo è stato sostituito dal vetro che incapsula un esile filo d’erba, tracciando una venatura sulla superficie liscia.

Marmoris Venae is the title of this artwork, executed for an exhibition that had marble as its main theme.
Marble has been replaced by glass, which encapsulates a thin blade of grass, creating a veining on its smooth surface.

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In liberta’massimo salvoni_piccola

2011 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

In Libertà, una mostra sul libro d’artista.
Un omaggio a Carlo Cassola, sterpi, gesso, rame ossidato e plexiglas.
Cum ad Cassola, scriptornovuseorum qui rerum veritatem diligentissime imitantur et naturaeamans, cogitem. Questo il titolo.

In Libertà, an exhibition about the artist’s book.
Wild twigs, chalk, oxidised copper and Perspex to compose a tribute to the Italian writer Carlo Cassola.
Cum ad Cassola, scriptornovuseorum qui rerumveritatemdiligentissimeimitantur et naturaeamans, cogitem is the title of the artwork.

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BAU – ecoimmagini e bioscritturemassimo salvoni_piccola

2011 Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti c/o Palazzo dei Musei - Modena

Grafite su carta in una teca di vetro e piombo.
Orchidee selvagge riprodotte fedelmente e ingrandite.

Graphite on paper contained in a case made of glass and lead.
Wild orchids accurately reproduced and enlarged.

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Un rituale gastronomico che si attiva ripartendo dal precedente al museo Mart, un cammino che va ancora verso la sensibilizzazione di un’agricoltura sostenibile.
La iuta come contenitore di quella terra che fa da cassaforte ai semi di grano.
Il seme viene cosparso e dalla sua distribuzione si formano tozzi di pane, questi, in combinazione con l’olio extravergine di oliva, danno vita al sostentamento.
Ringrazio Ernesto Cucchi, agricoltore sui generis, per aver contribuito alla performance.

A culinary ritual as a continuation of the previous one at the Mart museum and aiming at the awareness of a sustainable agriculture.
The jute as a container for soil, the soil as a safe for wheat grains.
The seeds are spread and pieces of bread originate from their distribution. Bread, combined with extra virgin olive oil, is the source of sustenance.
Special thanks to an atypical farmer, Ernesto Cucchi, for taking part to this performance.

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BAU 8 al kunst meran merano artemassimo salvoni_piccola

2011 Kunst Meran Merano Arte – Merano - Bolzano

CASTRI CLANI STIRPES – PROTOTYPUM.
Incapsulate in due fogli di plexiglas, le sterpaglie di Chianni assumono un’altra dimensione. Uno spaesamento che le conserverà nel tempo.
La forma quasi casuale è dovuta ad una estrapolazione istantanea, ad un’osservazione en plein air, che ci riporta ad un modo di vedere l’opera più tipico di fine Ottocento.
Una diversa interpretazione e produzione del dipinto dal vero.

CASTRI CLANI STIRPES – PROTOTYPUM.
Sealed between two sheets of Perspex, wild twigsof Chianni find themselves in a different dimension: a bewildering that will preserve them in the course of time.
The shape –almost accidental- is due to an immediate extraction, to aen plein air observation that brings us back to a perspective typical of the late 19th century.
A different interpretation and production of the painting in real life.

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La luna e i falòmassimo salvoni_piccola

2010 Sakros Arte Contemporanea - Carrara

Stampa digitale su forex.
Un frammento del fiume ricostruisce quasi in maniera figurativa la richiesta tematica della mostra a Carrara.
Una pietra chiara si staglia tra le altre lungo il fiume Sterza nel Comune di Chianni.
L’acqua, librandosi tra le pietre, lascia intravedere una pulsazione paragonabile per assurdo a quella di un falò.

Digital print on forex.
A fragment of the river recreates in a representational way the theme requestedfor the exhibition in Carrara.
A white stone stands out among the others along the river Sterza near Chianni.
Water running through the stones, forms a pattern that paradoxically reminds that of a flame.

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Tutto in una scatola d’artistamassimo salvoni_piccola

2010 Biblioteca di Filosofia e Storia Università di Pisa - Pisa

Homo Sapiens?
Questo il titolo di un involucro in plexiglas che contiene al suo interno sterpaglie, in parte verniciate con gesso.
Il punto interrogativo pone l’accento sull’eventualità che l’uomo possa non essere così emancipato come il nome latino invece gli attribuisce.
Il titolo per certi versi provocatorio, vuole far riflettere su quanto l’azione umana – in questo caso il gesso sulle piante – alteri l’ambiente naturale.
Probabilmente è già stata ben chiarita dalla comunità scientifica internazionale, che intravede nelle attività umane forti incongruenze di compatibilità con un luogo che gli ha dato la vita.

Homo Sapiens? is the title of a Perspex case containing wild twigs, partially painted with chalk.
The question mark of the title stresses the possibility that human beings may not be as sophisticated as the Latin name suggests.
The title -somewhat provocative- points out how human actions (the chalk on the twigs) can alter natural environment.
This idea is also supported by the scientific community, which finds human action often incompatible with the place that gave men birth.

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Baualmart – sessanta secondi ma tutti primimassimo salvoni_piccola

2010 Museo Mart – Rovereto - Trento

Questa performance o rituale gastronomico è servito ad attrarre l’attenzione verso un messaggio fondamentale per il proseguo di un’agricoltura sostenibile, ossia la coltivazione“fitospontanea”.
Una sorta di estremizzazione della coltivazione naturale, quasi un’emancipazione del coltivare biologico, perseguendo un messaggio dell’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka.
Ringrazio Ernesto Cucchi, agricoltore sui generis, per aver contribuito alla performance.

This culinary ritual wants to draw the attention to a message in favour of a more sustainable agriculture: “phytospontaneous” cultivation.
Natural cultivation taken to the extreme, an emancipation of bio agriculture on the lines of the famous Japanese farmer Masanobu Fukuoka’s thinking.
Special thanks to an atypical farmer, Ernesto Cucchi, for taking part to the performance.

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…osservando la pratica del frottage e utilizzando alcuni tipi di terre e ossido di rame, sono stati creati alcuni elementi grafici, 150 pezzi unici su carta.
CASTRI CLANI ARBORES, sarà l’inizio di una serie dedicata a Chianni, paese natio e richiamo interessante per una serie di valutazioni artistiche da fare su questo territorio.

Graphic elements - 150 unique pieces on paper – created by observing the frottage technique and using different kinds of soils and oxidised copper.
CASTRI CLANI ARBORES is the beginning of a sequence dedicated to Chianni, the artist’s hometown and an interesting place for a series of artistic considerations on this area.

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Il libro della natura massimo salvoni_piccola

2010 Biblioteca d’Arte – La Spezia

…in vetro sabbiato, filo di ferro e scaglie di porfido.
L’opera dal titolo Scriptum fa uso di materiali diversi per rievocare i famosi insetti bloccati nell’ambra, che ci hanno riconsegnato un messaggio importante dal passato.

Frosted glass, iron wire and porphyry chips.
Scriptum uses different materials to celebrate the famous insects encased in amber,which have brought to us an important message from the past.

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Pane al pane – libri d’artistamassimo salvoni_piccola

2009 Biblioteca di Filosofia e Storia - Pisa

All’interno di un cerchio si forma un ciclo che congiunge due elementi che, uniti, formano l’essenza di un prodotto che sostiene l’umanità intera, ossia il pane.
Una teca in vetro sabbiato, terra e semi di grano.

Inside a circle, a cycle connecting two elements. When combined, they become the essence of a product that sustains the entire humanity: bread.
A frosted glass case, soil and wheat seeds.

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Mini books metamorfosi del libromassimo salvoni_piccola

2009 Circolo Culturale il Gabbiano – La Spezia

Acer monspessullanumè il titolo di questo lavoro realizzato in piccolo formato e costituito da foglie di Acero minore e carta lucida cucita a mano con filo di cotone.
Un altro spaesamento di elementi desueti che hanno come fine il coinvolgimento vegetale tra Toscana e Liguria, in quanto la pianta è presente in entrambe le macchie boschive delle due regioni.

Acer Monspessullanum is the title of this small-sized artwork composed of maple leaves and contact paper hand stitched with cotton thread.
It represents once again the bewilderment of unusual elements and the flora connection between Tuscany and Liguria, as the maple grows in the woods of both regions.

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Inaugurazionemassimo salvoni_piccola

2009 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

Questo lavoro dal titolo Etnicus, realizzato con pietre di mare in teca di vetro sabbiato, volge lo sguardo verso il problema dell’emarginazione. Il mare come punto forte di collegamento con altre culture e la diversità/disparità mai risolta dall’uomo nel tempo. Una volontà di unire in una sorta di “girotondo” le ideologie che tanto ci differenziano.

The artwork, called Etnicus, is made of sea stones in a frosted glass case and addresses the theme of marginalisation. The sea is seen as a powerful means of connection to other cultures and the inconclusive diversity/disparity of men. It is the will to gather in circle the ideologies that make us so different.

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Luoghi dell’utopiamassimo salvoni_piccola

2008 Villa Borbone – Viareggio - Lucca

Un libro scritto sulle foglie di un Acero Opalo e di un Pino D’Aleppo.
Due piante che accomunano il mio luogo di origine a quello dell’evento artistico dove sisvolge “Luoghi dell’utopia”.

A book written on Italian maple and Aleppo pine leaves.
These two trees are typical of the artist’s hometown and of the place where the event “Luoghidell’utopia” takes place.

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Artesegnoscritturamassimo salvoni_piccola

2007 Archivio di Stato - Pisa

Rami essiccati in natura, argilla, sabbia di Volterra, gesso, rame ossidato, terra di Siena, in una teca di vetro cm 60x30x30.
La cultura dell’uomo che si diffonde attraverso la conoscenza dei materiali e la potenzialità del segno, che viene impressa nell’albero utilizzato come supporto.

Naturally dehydrated branches, clay, Volterra sand, chalk, oxidised copper andSienna in a 60x30x30cm glass case.
Human culture spreads out through the knowledge of materials and the power of signs and it is embedded in the tree, which serves as a base.

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Kleinformatemassimo salvoni_piccola

2005 Kunst-Forum International, Meisterschwanden - Svizzera

Con l’uso della tecnica frottage e l’impiego di terre raccolte nei campi della Toscana, sono state realizzate delle forme che rievocano il calco di un fossile.
L’idea si basa sul “ritrovamento” che viene successivamente incapsulato e conservato come in un reliquiario.

With the use of the frottage technique and soils from the Tuscan fields, the artist has created shapes that remind us of mold fossils.
The idea is based on the concept of “recovery”, encapsulated and then treasured like a relic.

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__________ … .massimo salvoni_piccola

2005 Circolo Culturale il Gabbiano – La Spezia

L’opera che approda alla Galleria “Il Gabbiano” della Spezia è una riflessione della memoria su un viaggio trascorso.
In una collina di Chianni, manca un tassello di grano, che nasce e vive in luoghi diversi e inconsueti, creando spaesamenti oggettivi ed esperienze diverse.
Il grano nasce sulla spiaggia di Pietra Bianca (Rosignano Marittimo), poi successivamente nel golfo di Fetovaia all’Isola d’Elba, e sull’immensa e deserta spiaggia di Chiarone, Oasi di Burano.
Queste esperienze contamineranno il suo mondo, la sua vita, e come nel quotidiano, da ciò trarrà insegnamento. Nella prima fase avrà la felicità di esistere, ma contemporaneamente capirà le difficoltà. Nella seconda troverà più luce e colore, energie fondamentali alla crescita.
Infine, nella terza, si troverà ad affrontare il tempo che scorre, ma in quella spiaggia immensa e deserta comprenderà l’importanza della riflessione.
Successivamente capirà il valore del luogo lasciato e troverà in Montescudaio il ricordo perfetto di quelle colline che aveva abbandonato; tra zolle e sabbia riemergerà nella bellissima terrazza panoramica del centro storico, dove la vista si affaccia al profumo del mediterraneo che tanto gli ha insegnato.

The artwork in the art gallery “Il Gabbiano” in La Spezia is about the memory of a travel.
A tile of wheat is missing from one of the hills around Chianni: travelling to different and unusual places, the tile feels true bewilderment and gains varied experiences.
The wheat originates in Pietra Bianca beach (RosignanoMarittimo), then moves to Fetovaia Gulf in the Elba Island and eventually goes to the desert beach of Chiarone, in the Burano Oasis. These experiences will contaminate its world and its life, and the wheat will learn from them.
At first, it will feel happiness for existing and at the same time it will understand the consequent difficulties.
Then he will find light and colour, energies that are essential for growth. Finally, it will face the passing of time, and it will understand the importance of thinking over in that desert beach.
He will then understand the worth of the place he had left and will find in Montescudaio the perfect memory of those hills he had abandoned. He will emerge again between clods and sand in the beautiful platform in the town centre, overlooking the smell of Mediterranean Sea, from which he had learnt so much.

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4^ Biennale giovani artistimassimo salvoni_piccola

2004 Stazione Leopolda - Pisa

Il mediterraneo e la sua vita parallela, un luogo abbandonato da tempo, lontano dalla contemporaneità.
L’Isola di Pianosa, infatti, non si collega più al mondo se non con quel piccolo traghetto che la mantiene “viva” ogni settimana, consegnando ai pochissimi abitanti, forse 5 in tutto, i viveri per la sopravvivenza.
L’installazione alla Leopolda tiene conto dei campi di Pianosa e delle sepolture selvagge ad opera dell’uomo.
Uomini sconsiderati che non valevano neanche la spesa dell’involucro, appoggiati sul terreno nudo e crudo, e ricoperti dalla terra isolana.
Le orchidee selvagge che ogni primavera nascono in questi campi incolti, attraverso le loro forme bizzarre, ridanno vita a tutte queste anime abbandonate a se stesse.
Erba naturale asportata in zolle e irrigata, tele in cotone grezzo con pastelli. Questa la tecnicausata per l’installazione.

The Mediterranean Seawith its parallel life: a place abandoned long since, far away from the present.
Indeed, Pianosa is connected to the world only by that small ferryboat that every week “feeds” the island, delivering the provisions for the few people who live there – maybe five in total.
The art installation at the Leopolda station represents the fields of Pianosa and the barbaric sepultures made by man. Forgotten people who were not even worth the price of a casket, laid on the bare land and covered by the soil of the island.
The wild orchids that each spring grow in these uncultivated fields, give these lost souls their lives back through their bizarre shapes.
Natural grass extracted in watered soil clods, raw cotton canvases and pastels: that’s what the installation is composed of.

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A cena nel campomassimo salvoni_piccola

2004 Club Del Diavolo – Catena di Quarrata - Pistoia

Un allestimento scenografico permanente per uno spazio dedicato alla natura e ai suoi effetti benefici.
Frammenti fotografici retroilluminati raccolti in scatole d’olivo e collegati tra loro da spago filamentoso di canapa.
Relazionati a sezioni di piante officinali, quasi un erbario murale certosinamente ricostruito.

This is a permanent scenography dedicated to Nature and its beneficial effects.
Backlit photo fragments contained in olive-wood boxes and connected to each other with stringy hemp twine.
With the plants ordered in sections of officinal herbs, the installation becomes an accurately built wall herbarium.

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Affioramenti 3 – A=Smassimo salvoni_piccola

2003 Palazzo Lanfranchi - Pisa

…la forma spaesata. Un oggetto di forma regolare si appoggia pacatamente al suolo senza invaderlo e danneggiarlo.
Un corpo materico e immaterico, esili canne di fiume incastonate una all’altra utilizzando un elemento in filo di ferro semplicemente piegato.
A=S è un’esperienza vissuta e poi realizzata lungo il Torrente Carbonaia, all’altezza del “Tonfo degli Ebrei” nel comune di Chianni.
Il lavoro è stato poi presentato in occasione della mostra “Affioramenti 3” di Palazzo Lanfranchi a Pisa.

…the bewildered shape. A regularly shaped object quietly sits on the soil without invading nor damaging it.
A material and immaterial body made of thin reeds connected to each other only by a bended iron wire element.
A=S is an experience lived and performed by the artist on the Carbonaia brook, at the level of the waterfall called “Tonfo degli Ebrei” in the municipality of Chianni.
The artwork was presented for the “Affioramenti 3” exhibition in Palazzo Lanfranchi, Pisa.

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Riaperturamassimo salvoni_piccola

2003 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

…calchi impressi nella campagna, appoggi tridimensionali inattesi e desueti, effetti sorprendenti e allo stesso tempo circoscritti.
Interventi sul terreno riportati attraverso stampe fotografiche su alluminio.

…molds impressed in the country, tridimensional placements which are unusual and unexpected, amazing and yet delimited effects.
Interactions with the land recorded on aluminum photographic prints.

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... .massimo salvoni_piccola

2003 Spazio Minerva Arte Contemporanea – Montescudaio - Pisa

…Il personaggio - ossia il cubo di grano - si accinge ad un ritorno verso le origini e lo fa tornando sui suoi passi. Non ritrova esattamente il luogo natio, ma trasforma mitopoieticamente nella sua memoria, un luogo che si avvicina molto alle sue origini.
Ogni uomo nel finire della sua vita lancia uno sguardo al luogo natio.
Un’installazione realizzata nella piazza della chiesa di Montescudaio.
Zolle di grano vangate e riposizionate nella sabbia.

The character – the wheat cube - gets ready for turning back on a trip to its origins. It doesn’t find its homeland, but transforms in mythopoeitic terms a place that resembles it.
Every man takes a glance back to his origins whenheis at the final stage of his life. The artwork is located in Piazza della Chiesa in Montescudaio.
Wheat in clods, spaded and repositioned in sand.

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P_Omassimo salvoni_piccola

2003 Studio Gennai Arte Contemporanea - Pisa

L'Antica Repubblica del Mare. L'Arcipelago Toscano.
Pisa e le isole che un tempo furono da essa dominate.
L'acqua di un fiume, l'Arno, unisce il destino della città a quello di luoghi che sembrano galleggiare sul mare. Unisce passato e presente.
Il secolare legame vive dei trascorsi gloriosi della Repubblica del Mare. Supremazia e dominio, ma anche vigilanza e protezione sulle isole dell'Arcipelago, ricchezze predate. Le "Leggi del Mare" sono quelle della Repubblica Marinara di Pisa. Verso di essa c'è timore e rispetto.
Gli eventi che nel tempo dissolvono l'egemonia pisana non dissolvono tuttavia l'antico legame tra la città e le isole dell'Arcipelago. Semmai lo ridefiniscono nel presente in un contesto in cui la natura si riappropria di quei luoghi sui quali la città esercitò la propria supremazia.
Oggi, perso l'antico dominio, non si può che vivere del ricordo di quel passato. Un passato che sembra essere rievocato da forme che avvicinano la mente all'idea dell'isola. I muschi che rivestono rocce o tronchi o muri resi umidi dall'acqua del fiume Arno sembrano richiamare quell'antico legame, quelle isole che la città non ha più.

The Ancient Maritime Republic. The Tuscan Archipelago.
The water flowing in the river Arno connects the destiny of the city to that of places that seem to float on the sea. It connects past and present.
The old link has lived a glorious past at the time of the Maritime Republic. Supremacy and domain, as well as supervisio and pretection on those longed treasures, the Archipelago islands. The “Sea laws” are those of the Maritime Republic of Pisa, feared and respected.
The events that dissolved the Pisa egemony over time, did not broke the old link between the city and the Archipelago islands. In fact, they make it even stronger in the present, with nature taking back those places over which Pisa once asserted its supremacy.
Today, the ancient domain has been lost and can only be lived through memory. Shapes that take our minds closer to the island are recalling that past. Moss covering rocks and trunks and walls damped by the Arno river water seem to recall that ancient link with the islands that don’t belong to the city anylonger.

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3^ Biennale giovani artisti massimo salvoni_piccola

2003 Palazzo Lanfranchi - Pisa

In una rievocazione “il Personaggio” ossia il cubo di grano, si racconta attraverso un riposizionamento di mille spighe di grano e un metro cubo di sabbia di Vada, al secondo piano di Palazzo Lanfranchi.
Lo fa pacatamente come ormai è nel suo stile, la vita gli ha insegnato la riflessione e l’adattamento e la sua saggezza gli favorisce questo tipo di atteggiamento.

During a commemoration, the “character” -the cube of wheat-talks about itself with a repositioning of one thousand grain spikes and a square meter of Vada sand to the second floor of Palazzo Lanfranchi.
It does it quietly as usual; life has taught it introspection and adjustment, and its wisdom facilitates this attitude.

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Inside outmassimo salvoni_piccola

2002 Spazio Blu Cammello – Livorno

…un’installazione dedicata ad un progetto che avrebbe trovato il suo fine ultimo in un impianto di Pini d’Aleppo all’interno delle isole dell’Arcipelago Toscano.
Ogni Isola avrebbe dovuto ospitare un albero piantato, che sarebbe stato studiato nel suo comportamento ed adattamento formale nell’intero ciclo di vita.
L’installazione è costituita da piantine di Pino d’Aleppo e carboncini su tela.

This artwork was part of a project aimed at the plantation of Aleppo pines in the Tuscan Archipelago islands.
Each island was meant to host one tree, whose behaviour and adjustments would then be observed during its lifetime.
The artwork is composed of young Aleppo pines and charcoal on canvas.

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...massimo salvoni_piccola

2002 Siti toscani

Un lavoro realizzato attraverso un percorso in vari siti toscani.
Un viaggio antroposofico ed esperienziale, il ciclo di una vita ispirato a Siddharta, una sorta di eventi spaesanti che portano “il Personaggio”, ossia il cubo di grano, a confrontarsi con situazioni e condizioni diverse…
Il viaggio parte da Chianni poi passerà da Vada, Fetovaia ed infine Chiarone.
La nascita, la contaminazione e l’impatto, la conoscenza e il lieto adattamento alla vita, infine la saggezza, la serenità del ciclo esperienziale e un’idea nella mente: che prima o poi tutto si ripeterà.

An artwork carried out in an itinerary through different places in Tuscany.
An antroposophic and experiential journey, a life cycle inspired by Siddharta, a series of bewildering events that lead “the character” –the wheat cube- to face different situations and conditions.
The journey starts inChianni, continues in Vada and Fetovaia and ends in Chiarone.
Birth, contamination and impact, knowledge, the quiet adjustment to life, wisdom, the peaceful cycle of life with a firm idea: it is all destined to repeat itself.

Chianni

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Vada

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Fetovaia

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Chiarone

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IRCmassimo salvoni_piccola

2001

…un omaggio all’artista chiannerino Italo Rossi Ciampolini, che visse e lavorò a Roma nella metà del secolo scorso. Il lavoro è realizzato in legno e rivestito di argilla di Chianni, tufo di Roma e una recinzione in ferro zincato.

A tribute to the Chianni-native artist Italo Rossi Ciampolini, who lived and worked in Rome in the late 20th century. The artwork is composed of wood covered in clay from Chianni, Rome tuff and a zinc-coated iron enclosure.

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Passando attraverso la linea vuota, lasciata dallo spazio che si crea tra un elemento ligneo e l’altro, si denota una forma,questa, seguendo un percorso in regolarità, traccia i contorni di un volto; segnandone attraverso un percorso indagatoriol’identità connaturata.
I colori fluorescenti cercano di consegnare al fruitore un racconto del personaggio ritratto, attraverso un ragionamento introspettivo che ne riporta la storia e le origini di appartenenza.

A shape runs through the empty line created by the space between the wooden elements; the shape, following a consistent path, draws the contour of a face and marks its intrinsic identity through an inquiring itinerary.
The fluorescent colours try to deliver the user a tale of the character portrayed, through an introspective reasoning that brings back his origins and his story.

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riTRATTImassimo salvoni_piccola

1999

… in sintesi, passando attraverso il segno con l’intento di captarne un’espressione, oltrepassando la figurazione per arrivarne all’inconscio. Un’azione rapida, quasi istantanea, che blocca un attimo del pensiero e dell’atteggiamento nell’individuo.
Tutti amici, in buona parte chiannerini.
Biro su carta, la tecnica usata.

A brief passage through the sign with the aim of capturing an expression, crossing depiction to get to the subconscious. A quick action –almost instantaneous- that freezes a moment of the individual’s thinking and behaviour.
All friends, mostly from Chianni.
The technique used is pen on paper.

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Ceccoragni

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Thomas Welti

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Massimo Salvoni

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Ernesto Cucchi

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Davide Fabbri

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Mino Trafeli

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Alessio Lenzi

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Alberto Fremura

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Massimo Tarrini

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Dino Romano Pierleoni

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Franco Pinazza

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